Ballarini apre le sue porte per svelare la qualità dei
suoi strumenti di cottura
Sono sempre stata
affascinata dalle visite ai reparti
produttivi di un'azienda, ma questa volta, il vedere con i miei occhi cosa
si cela dietro quegli strumenti di cottura che utilizzo quotidianamente, mi ha
davvero entusiasmata.
Dopo una piacevole
accoglienza in uno showroom, che avrebbe fatto la felicità di ogni cuoca per via dell'ampia scelta di tegami, teglie,
pentole ed altri strumenti utili per la cucina di tutti giorni, la giornata è
stata ricca di eventi, che ora andrò a raccontare.
Alessia Gorni Silvestrini - Responsabile Comunicazione |
Naturalmente,
abbiamo debuttato con la visita dei 40.000
metri quadrati coperti della fabbrica dove abbiamo visto come Ballarini, unica
nel suo genere, lavora l'alluminio partendo dai COIL. Si tratta di enormi rotoli di alluminio che vengono passati
sotto una pressa al fine di ottenere lo spessore ottimale per l’articolo da
produrre.
Attraverso stampi
che vanno a modellare l'alluminio, viene data la forma
desiderata e l'utensile, successivamente, subisce un processo di sabbiatura per
rendere il materiale più poroso e quindi pronto ad accogliere la verniciatura
esterna ed il materiale antiaderente
che andrà a rivestire l’interno. In questo caso particolare abbiamo assistito alla realizzazione di una padella antiaderente.
Ovviamente, prima
di arrivare al prodotto finito, Ballarini
sottopone tutti i suoi articoli ad un attentissimo controllo qualità per ottenere un prodotto perfetto.
Una cosa non sapevo, prima di visitare la fabbrica. è che Ballarini
è stata la prima azienda a realizzare l'ultima innovazione a livello d'induzione radiant, creando un tutt’uno
tra il fondo in alluminio delle sue pentole con la piastra in acciaio dotata di
microfori.
Ballarini è quindi orgogliosa di poter mettere in
evidenza la relazione tra la sua tradizione
e le sue tecnologie volte ad affrontare il futuro.
La giornata però non
si è limitata soltanto alla visita alla fabbrica. Ballarini, infatti, ci ha accompagnati in un vero e proprio viaggio
nella cultura e nel gusto sostenibile, offrendoci delle
visite guidate del Palazzo Ducale e del Teatro all’Antica di Sabbioneta e
rendendoci partecipi dello showcooking “Cucina
la salute con gusto, a tavola con il Duca del 21 Secolo”, condotto dallo
Chef Gianfranco Allari e dagli utili consigli della Dietista Elena Piovanelli.
Palazzo Ducale |
Palazzo Ducale |
Teatro all'Antica |
Sostenuto da Ballarini, Cucina la salute con gusto è
un progetto in cui cuochi, dietisti ed esperti di sostenibilità lavorano in
sinergia per raggiungere lo stesso obiettivo: creare un percorso in cui la
cucina italiana, nostro patrimonio culturale e nostra forza, pur mantenendo le
proprie tradizioni, si evolve scoprendo nuovi ingredienti e nuove tecniche di cottura, ma con una
particolare attenzione alla salute,
attraverso corrette abitudini alimentari, e alla sostenibilità ambientale. Naturalmente, senza mai dimenticare il gusto.
Che dire poi del ricco buffet gustato direttamente nelle
cantine di Palazzo Ducale e realizzato a cura dello Chef Allari? Leggero, colorato, vario e all’insegna delle delizie mantovane.
Dalla crema di zucca all’arancia aromatizzata alla cannella con lamelle di mandorle e crostini, agli gnocchi con farina di riso. Il cappone alla Bartolomeo Stefani, lessato e conservato sott’olio è stato servito con ribes e mirtilli … un tocco di colore alla tavola imbandita.
Gianfranco Allari |
Crema di zucca e arancia con lamelle di mandorle e crostini |
Dalla crema di zucca all’arancia aromatizzata alla cannella con lamelle di mandorle e crostini, agli gnocchi con farina di riso. Il cappone alla Bartolomeo Stefani, lessato e conservato sott’olio è stato servito con ribes e mirtilli … un tocco di colore alla tavola imbandita.
Delicato e molto
particolare il budino a base di salvia
e latte di mandorla servito con della confettura di
arance amare, deliziosa la torta di tagliatelle.
Tra le attività
della giornata non posso certamente esimermi dal raccontarvi dell’interessantissima
mostra intitolata “Una tavola lunga un
secolo”, dedicata alla cultura alimentare italiana, che ha visto come
protagonisti Ballarini per i
prodotti “dietro le quinte” e Richard Ginori con i suoi articoli dedicati
all’arte del ricevere.
Si è trattato di un
percorso che ha abbracciato il XX secolo.
E’ stato davvero curioso
ripercorrere l’evoluzione della cultura del cibo: dal primo novecento in cui vi
era una netta differenza tra la cucina popolare, che consumava principalmente
farinacei e vegetali esclusivamente per sostentamento, e la vera cucina appartenente
soltanto ai ceti più abbienti.
Anche i libri di
cucina con il tempo hanno subito un’evoluzione. In questa mostra ho letto dei titoli
molto curiosi, ma particolarmente adatti ai vari periodi storici: “L’arte di mangiar poco”, una pubblicazione del 1930, oppure “La cucina italiana della Resistenza”, del
1943. E questo la dice lunga.
Altrettanto
significativi sono i boli (scodelle)
di diversa misura a seconda della fatica fisica di chi consumava il pasto: al
capofamiglia spettava la più grande, alla donna quella media, mentre quella più
piccola era destinata ai bambini.
Boli di diverse dimensioni |
Ma la vera
rivoluzione avviene nella seconda metà degli anni ’50 con l’abbandono dei
lavori agricoli a favore dell’industria, con l’inurbamento e con le migrazioni
dal sud al nord dell’Italia. Tutto ciò getta le basi per la diffusione del
consumo.
In cucina il vero
sconvolgimento è dato dall’avvento del frigorifero
che, con i suoi cibi ben conservati, lascia ampio spazio all’abbondanza. E’
proprio in questo periodo che si afferma l’industrializzazione della pasta, che
diventa il simbolo del benessere ed emblema della nostra nazione.
La caffettiera Jolly di Ballarini |
Queste sono
soltanto alcune chicche della
mostra. Potrei parlarvi anche dell’evoluzione delle trattorie negli anni ’70 e
l’affermarsi della qualità dei ristoranti, o ancora dell’evoluzione dei
materiali degli strumenti di cottura o della trasformazione del design negli
anni, ma preferisco suggerirvi di visitare la mostra, che durerà fino a dicembre, e vedere con i vostri
occhi. Ballarini e Richard Ginori: due eccellenze che
hanno fatto la storia della tavola italiana.
Un grazie particolare a Francesca, che mi ha accompagnata nella visita e ad Alessia Gorni Silvestrini, Responsabile della comunicazione, che mi ha accolta. A lei vanno i miei ringraziamenti anche per l'impeccabile organizzazione.
Francesca ed Alessia |
Nessun commento:
Posta un commento